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sabato 12 febbraio 2011

Come funziona l'Università?

Sono uno studente universitario (un pò maturo...), ho appena aperto un mio blog (grazie al laboratorio di informatica!) che vuole trattare tutti gli aspetti della vita che non funzionano o che funzionano male e mi sembra giusto e non ipocrita intervenire anche su questa istituzione educativa che frequento (o meglio non frequento!) da quasi 3 anni.
Per me non è stato facile rompere il ghiaccio dello studio a 30 anni dal diploma (tecnico... geometra!) per intraprende un percorso di "educatore" per i bambini della fascia 0 - 3 anni; non è stato facile rimettere in moto quella parte di cervello (la sinistra?... quella razionale?... o la destra... quella delle emozioni?) cambiando totalmente genere rispetto all'attività lavorativa che ho svolto per quasi 25 anni... sicuramente fare il papà a tempo pieno (non vi racconto ora la svolta che c'è stata nella mia vita... magari apro un'altro post sul rapporto tra lavoro e famiglia che mi ha coinvolto in prima persona...) mi ha aiutato in questo e mi ha dato lo spunto per provare a trasmettere, nei limiti delle mie possibilità, qualche cosa di positivo alle nuove generazioni, con una maggiore esperienza (almeno temporalmente) rispetto alla media degli studenti che frequentano l'università subito dopo la scuola superiore.
Ho partecipato solo a qualche lezione per poter dare un giudizio sul percorso che i docenti portano avanti nelle varie materie di competenza, ma ho utilizzato spesso e volentieri tutti gli strumenti messi a disposizione degli studenti, utili a tutti ma sopratutto ai non frequentanti come me che faticano ad avere le giuste informazioni avendo pochi contatti con il mondo universitario al di fuori del sito web di facoltà.
Dal punto di vista didattico, pur nella mia scarsa esperienza e quindi con affermazioni che non pretendono di essere esaustive ma che riflettono pensieri e sensazioni personali, rilevo una tipologia di insegnamento legata ancora alla classica lezione frontale, legata ad un programma ben preciso che non si riesce mai ad esaurire, che costringere a corrergli dietro perchè il tempo è sempre scarso ecc.ecc. a fronte delle scuole di tipo nuovo, le cosiddette  scuole attive, che sono state inventate poco più di un secolo fà e che sembrano relegate solo nei testi di pedagogia!
Per quanto riguarda l'assistenza agli studenti il discorso diventa ancor più complicato.
Ci sono vari servizi, a partire dall'orientamento che ti guida nella scelta del tipo di Corso di Laurea che sembra funzionare, ad altri, più operativi, utilizzati in itinere come l'ufficio didattico e la segreteria degli studenti.
La segreteria trovo che sia pronta a rispondere alle esigenze degli studenti tramite la mail (via telefono quando si riesce a trovare un operatore libero ma non è facile...) mentre di persona è quasi improponibile, almeno per quelli che non sono studenti a tempo pieno, in quanto si trovano mediamente 40 o 50 persone in fila prima di poter accedere allo sportello (almeno le volte che mi sono avventurato... probabilmente erano periodi di punta...).
Dell'ufficio didattico non ne posso parlare bene... l'ho contattato quasi sempre via mail (via telefono non sono mai riuscito, pur trovando la linea libera, a parlare con qualcuno) e non rispondono quasi mai.
In particolare, durante il periodo di preparazione alla compilazione del piano di studio (perso l'anno precedente per non essermi accorto in tempo della sua presenza sul sito ed assegnatomi quello d'ufficio) ho inviato 5 mail  nel giro di un mese e mezzo al suddetto ufficio per richiedere alcuni chiarimenti basilari per la compilazione del piano (cartaceo, nel mio caso) ed ho ottenuto risposta solo all'ultima, inviata il giorno prima dell'appuntamento per il piano di studio, (o meglio una "non risposta") che diceva testualmente "le abbiamo già risposto e comunque non deve venire da noi!".
Mi pare che nei confronti degli studenti a volte venga tenuto (parlo sempre di alcuni casi che ho visto e che non vogliono creare la regola... ) un atteggiamento gerarchico che porta ad un rapporto non equilibrato, che pone lo studente in una situazione di soggezione, come se fosse il fannullone che frequenta l'università per tardare l'ingresso al mondo del lavoro e divertirsi ancora un pò conoscendo tanta gente... e spesso scaturisce malcontento e lamentele che rimangono circoscritte al gruppo e non vengono quasi mai esternate a chi di dovere.
Personalmente, ogni volta che rilevo difficoltà, problemi o atteggiamenti che ritengo ingiusti e/o non corretti, avendo anche bisogno di metabolizzarli per non subirne le conseguenze psicologiche, oltre che cercare di risolverli, li segnalo a chi ritengo possa intervenire all''interno dell'istituzione, anche se purtroppo fino ad ora non ho ricevuto dei gran riscontri.
Ho un'età, non certo abituale per uno studente universitario, che mi pone "quasi" da osservatore esterno tra i docenti e gli studenti "di ruolo" e da questo particolare punto di vista ho una visuale sicuramente diversa, che mi porta a riflettere serenamente sull'andamento dell'università, sui suoi servizi e sulla sua funzione pedagogica.
Mi dispiace che l'istituzione educatica di livello più elevato come è l'università, oltre ad essere martoriata dall''alto (leggi governo), sia anche carente d'impegno, strutture e organizzazione dall'interno, il tutto a scapito dell'utenza che ne usufruisce e che pretenderebbe di ricevere un servizio migliore (visto anche gli elevati costi sostenuti per tasse, alloggio ecc.).
Un contributo da un blog!

2 commenti:

  1. Ciao! Mi dispiace ma ti sei dimenticato...la portineria!! La prima volta sono rimasta quasi scioccata...Se chiedi loro qualcosa, la prendono sul personale! Sono addirittura infastiditi...Ma perchè una facoltà meravigliosa come la nostra deve avere un tale biglietto da visita?!! Per quanto riguarda l'ufficio didattico...bisogna dire grazie alle studentesse che danno una mano.... Se no stavamo freschi...Dopo la fila...Se non capisci al I colpo...ti danno in maniera velata ma non troppo dell'idiota... Che bello, W L'Italia!!!!!!

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  2. Ho appena terminato un altro laboratorio (osservazione) ed è stata un'occasione per parlare con le ragazze dei problemi che ci sono all'università. Non frequentando, purtroppo, conosco quello che mi succede personalmente e poco di quello che capita ad altri. E ne sono venute fuori delle belle... dall'esame già fatto e verbalizzato improvvisamente scomparso e di diffile riapparizione, ai docenti che di loro iniziativa partono dal 21 come voto minimo di sufficienza (ma è legale?), alla richiesta degli statini per poter sostenere un esame quando le macchinette che li "sfornano" sono quasi tutte guaste ed in fase di dismissione, ai supporti informatici delle aule "normali" che spesso non funzionano e non ultimo, come già detto nel post principale, la mancanza di riscontro quando segnali i malfunzionamenti o i tuoi problemi personali da parte dei servizi, dei docenti, della presidenza ecc.
    Credo che ci sia molto da fare ma serve l'impegno di tutti... i miglioramenti non piovono dal cielo o non spettano a qualcuno in particolare delegato a questo... siamo tutti noi, persone fisiche, che dobbiamo impegnarci ad intervenire, indipendentemente dal fatto che copriamo il ruolo di studenti, piuttosto che di docenti, presidi, o addetti ai vari servizi di segreteria, ufficio didattico ecc.
    Troppo spesso ci si nasconde dietro un'etichetta pur sapendo che qualsiasi istituzione, azienda o comunità che dir si voglia è composta di persone pensanti (si spera) che con il loro contributo ne consentono la sopravvvivenza e, ancor meglio, la crescita. Giriamo sempre intorno al punto ma il vero cambiamento non è chissà dove, ma dentro di noi, nella nostra mentalità e nel nostro saper vivere, condiviso (o concertato) con gli altri... è questa la strada da percorrere per provare a dare un futuro migliore almeno ai nostri figli!

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